
Roma
Per il bene di Roma e per il bene del partito bisogna osare e tornare a una visione trasversale per non finire schiacciati dalla deriva populista. Abbiamo provato a fare delle alleanze a sinistra e siamo stati puniti per aver svenduto la nostra identità. Negli ultimi otto anni non siamo stati capaci di eleggere un solo rappresentante al Comune o nei Municipi. Gli elettori non ci hanno percepiti come alternativa credibile, confermando la crisi strategica del centro sinistra. Ma ricordiamoci che noi non siamo la sinistra, non siamo la destra e tantomeno il centro. Siamo dei visionari della politica che pensano alle future generazioni. Noi lavoreremo con tutti quelli che condividono le nostre tematiche perché da noi non esistono confini. Non esistono distanze da chi ci aiuta a portare avanti le battaglie degli ultimi. Noi esploriamo i problemi che ci uniscono, anziché dibattere su quelli che ci dividono. È nel nostro impegno il successo finale o il fallimento della nostra opera. Dove sono i Verdi? Oggi non ci sono, siamo realisti. Bisogna riorganizzare la nostra presenza sul territorio, tra la gente, ascoltando i loro problemi e portando avanti le loro istanze. Non ci sarà nessuna apertura verso coloro che ci hanno usati come trampolino di lancio per loro tornaconti elettorali. Noi andiamo avanti, e lasciamo indietro quei fardelli che ci rallentano. È il tempo del rinnovamento e del cambiamento che si fonda sull’esperienza. Non vogliamo tra noi fanatici, né deboli di spirito. Il nostro dovere come militanti non è solo verso il partito ma verso il paese. Torniamo a guidare l’Urbe che amiamo, con la coscienza pulita come unico premio, con il tempo come giudice finale dei nostri errori. Non vogliamo litigare tra noi quando è in gioco il futuro della Capitale. Questo partito ritorni nelle periferie con quello stesso spirito che si fonda sul principio di uguaglianza di tutti gli uomini. Ogni cittadino deve godere dei diritti che gli derivano dalla sua cittadinanza, senza distinzione di etnia o di religione. Ciò che dobbiamo affrontare è prima di tutto un problema morale. Tutti devono avere stessi diritti e pari opportunità. Noi saremo la voce dei giovani dimenticati dalla politica. Non vogliamo che i giovani cambino paese, vogliamo che i giovani cambino il Paese.
Ambiente
L’inquinamento comincia a preoccupare non solo ambientalisti e scienziati ma tutti i cittadini. Siamo di fronte a un’emergenza. In Italia si muore di più e prima del tempo, rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, a causa dell’inquinamento dell’aria in città. Dobbiamo agire in modo coraggioso, deciso e rapido. Noi siamo lo sbaglio e noi dobbiamo essere la correzione. Senza rendercene conto, abbiamo dichiarato guerra al nostro territorio. Dobbiamo imporre il diritto alla qualità della vita. Lo dobbiamo ai cittadini, alimentando fiducia e speranza. Il nostro disegno politico deve essere fondato su delle proposte concrete per superare la crisi ecologica che viviamo quotidianamente. Una città verde è possibile. Diritti, legalità, ecologia sono l’armatura di un nuovo modello in grado di esprimere un’idea alternativa di società dove prevalga la bellezza, e in particolare un nuovo modello urbano che si contrapponga alla città costruita da un mercato senza regole che ha prodotto squallide periferie, aggredito centri storici, drogato il mercato edilizio rendendo inaccessibile la casa alle famiglie rimaste indietro. La questione periferie si risolve capendo che i fattori che concorrono al degrado sono tanti, ma esistono azioni singole che possono dare l’avvio al recupero. Il blocco al consumo di suolo, la rigenerazione urbana, la riqualificazione dell’edilizia, in sintesi la riconversione ecologica della città devono diventare un elemento caratterizzante le politiche programmatiche dei Verdi romani. La prevenzione e la cura del territorio sono le opere primarie che producono nuova e buona occupazione e attuano una sana riconversione del settore edilizio orientando in modo diverso gli attuali investimenti speculativi causa di gravissimi danni, non solo al territorio, ma all’economia della città. Il nostro traguardo sarà quello di promuovere una riduzione dei rifiuti, sino a rifiuti zero, e il loro riutilizzo come risorse. La tutela del paesaggio è fondamentale per la sopravvivenza e la qualità della vita delle persone e degli altri viventi, anche attraverso la politica dei parchi, delle aree protette e dell’agricoltura sostenibile. Obiettivi raggiungibili con il coinvolgimento dei cittadini attraverso forme strutturate di partecipazione come gli orti urbani, lotta senza quartiere per il decoro urbano e contrasto forte alle sacche d’illegalità e di abusivismo.
Multiculturalità
Il dramma delle fughe dalle guerre e dai disastri antropici non sono un’invenzione della modernità, ma una realtà che va affrontata. Istruzione, lavoro, dialogo interculturale, alloggio, tutela dei diritti sono la chiave dell’integrazione. Noi non rappresentiamo il mondo della paura e del risentimento, ma quello del coraggio e della speranza. Ci caratterizzeremo per i gesti concreti. Dobbiamo proporre un’immagine diversa da Roma, del rispetto e dell’accoglienza. Dire che l’immigrazione è una questione di sicurezza, o che è una costante emergenza, oppure ancora una questione di convivenza inter-etnica all’interno di una società in cui non ci si deve “disturbare” a vicenda significa non comprendere la reale portata della trasformazione in atto. Vuol dire anche farsi trovare culturalmente e politicamente impreparati davanti ai giganteschi processi che si stanno svolgendo su scala mondiale e che l’Italia è in qualche modo chiamata ad affrontare con un’intensità che fino a qualche anno fa non era prevedibile. La sfida dell’integrazione può essere vinta se si è capaci di realizzare con uno spirito un po’ più aperto e lungimirante delle politiche di autentica inclusione sociale, ma soprattutto di mediazione e interazione culturale attraverso il coinvolgimento dei movimenti che si fondano sulla solidarietà e dialogo. Rimaniamo contrari alle chiusure mentali e alla costruzione dei muri culturali delle chinatown o delle banglatown: noi siamo per l’inclusione e non possiamo accettare delle scuole dove non c’è una ripartizione di immigrati e cittadini italiani. La disparità porta razzismo.
Mobilità
La nostra proposta nasce da una consapevolezza: il cambiamento passa attraverso uno sguardo a lungo termine, ma anche attraverso le azioni immediate e concrete. La trasformazione del trasporto romano si deve muovere su precisi assi: chiedere un intervento sulla manutenzione di quello che c’è oggi, riprendendo gli investimenti, razionalizzando un’organizzazione troppo spesso inefficiente. Dobbiamo tornare a un tavolo di confronto sul tema delle metropolitane: i cittadini non possono aspettare più che il completamento della linea C venga rimandato costantemente. Il nostro sarà un occhio vigile sulla realizzazione della linea D. A Roma servono i tram: lavoreremo affinché vengano ripristinate le vecchie linee e vengano avviati progetti di manutenzione. Controlleremo l’opera del Grab affinché nasca una ciclovia che completi la prima fase del sistema delle ciclovie turistiche nazionali. Il Grab, per le sue location monumentali e paesaggistiche, avrà una forte attrattiva per i cittadini e per i visitatori. È un’opera di riqualificazione e di ricucitura dei tratti esistenti. Avanzeremo proposte per la realizzazione di nuove piste ciclabili. Chiederemo una limitazione dei bus turistici in giro per Roma. È un obiettivo che deve ridare vivibilità del centro storico: non è un attacco alle associazioni che operano nel settore dei bus turistici, ma un modo per regolare il settore. Non si possono usare i soldi dei contribuenti per rinnovare il manto stradale. Senza contare che tutti i piani alti delle case e degli alberghi sono sottoposti all’effetto oscillazione ad ogni passaggio degli autobus. Ci faremo promotori del bike sharing, dell’electric-car sharing, dello scooter sharing per ridurre il traffico che attanaglia questa città.
Animali
Ci muoveremo affinché Roma abbia un Ufficio comunale Diritti Animali a guida animalista, e venga garantita la piena applicazione del Regolamento comunale Tutela Animali. Forniremo suggerimenti e aiuto ai cittadini che segnalano maltrattamenti e difficoltà di gestione degli animali. Il numero considerevole di animali d’affezione è un significativo segnale di cambiamento culturale che ci deve spingere sempre di più a trovare sinergie con le associazioni animaliste e altri referenti istituzionali. Dobbiamo verificare che la tenuta degli animali in città sia nel più totale rispetto di una convivenza civile e che tenga conto del decoro dell’habitat umano. Monitoreremo i fenomeni di accattonaggio con cani sofferenti e cuccioli. Ci faremo promotori dell’ingresso di cani nei ristoranti, nei negozi e negli alberghi nel più totale rispetto delle regole sanitarie e di comportamento civile. Noi siamo per l’approvazione della Delibera di Iniziativa Popolare per l’abolizione delle botticelle. Ci batteremo perché avvenga la dismissione del “Bioparco”, estensione del già esistente Centro recupero animali. Chiederemo uno stop alla realizzazione dell’acquario dell’Eur, recuperando il progetto di “acquario virtuale”. Affiancheremo le associazioni animaliste affinché ci sia un potenziamento del sistema pubblico di accoglienza degli animali vaganti (canili comunali) e progressiva chiusura delle convenzioni con i canili privati di proprietà di imprenditori; valorizzazione del volontariato sul territorio e rispetto della normativa nazionale e regionale che individua nelle associazioni di volontariato onlus no profit i gestori primi delle strutture comunali e delle strutture private di accoglienza di cani e gatti; rilancio della figura dei cani liberi accuditi e sostegno ai tutor che se ne occupano; progetti specifici di sterilizzazioni gratuite per le famiglie meno abbienti e co-partecipazione comunale al programma regionale di sterilizzazione di cani e gatti ospitati nelle strutture di accoglienza o liberi sul territorio. La cultura del rispetto del diritto alla vita di tutti gli esseri viventi sarà la base del nostro cammino politico.
Giustizia sociale
Il job act e l’abolizione dell’articolo 18 testimoniano tutta l’incapacità del centro sinistra di proporre una svolta e, fin qui, persino una significativa correzione di rotta. La nostra politica deve essere centrata effettivamente sui settori sociali del mondo del lavoro e del non lavoro. Dobbiamo essere promotori della giustizia sociale, della riduzione delle disuguaglianze, ed essere testimoni della dignità del lavoro e delle pari opportunità e della riconversione ambientale come straordinaria via di innovazione per migliorare la qualità della vita dei cittadini e generare relazioni economiche e lavoro di qualità. Oggi la nuova frontiera del lavoro va ricercata nei servizi alla cura della persona e al territorio attraverso un percorso che passa dalla riqualificazioni di spazi pubblici o privati abbandonati. Bisogna tornare a investire nella occupazione professionale. Per arginare l’emorragia di micro e piccole imprese, tessuto imprenditoriale distintivo della nostra Capitale, dobbiamo batterci per un dimezzamento della Tari per le attività senza utili nel biennio precedente. Dobbiamo proteggere quelle botteghe che hanno dato un carattere distintivo alla città fermando l’avvento di quei negozi che rovinano l’immagine di Roma. Il fenomeno della contraffazione e degli ambulanti va controllato perché rovina l’impresa locale. La corsa alle privatizzazioni va fermata: come dimostrano tante esperienze, determina aumento dei costi, esclusione dal servizio delle fasce più in difficoltà, impoverimento e inefficienza del servizio. Chiediamo un rilancio del carattere pubblico dei servizi pubblici locali la cui gestione deve essere improntata a principi di trasparenza, efficienza e buona amministrazione. Intendiamo confermare l’assetto proprietario comunale degli asili nido e delle scuole per l’infanzia. Non dobbiamo permettere che un solo bambino sia costretto a restare fuori dagli asili nido o dalle scuole dell’infanzia. Roma deve tornare dalla parte delle famiglie con politiche non solo di sostegno, ma di anche di incentivazione. Si deve lavorare per rendere operativo il principio del quoziente famigliare, per aiutare le famiglie numerose, monoreddito, monoparentali, con figli, con anziani e disabili a carico. Secondo un principio di giustizia. La sicurezza si promuove, innanzitutto, attraverso la prevenzione dei problemi sociali e umani. Vogliamo una città che sappia fare pace con il suo tessuto sociale che produca meno tensione sociale. Bisogna iniziare da una riforma della fiscalità locale secondo il principio costituzionale della progressività. È necessario un passaggio progressivo della Tari da tassa a tariffa puntuale, determinata in base alle quantità di rifiuti indifferenziati effettivamente conferita. Dobbiamo sostenere le famiglie con un reddito ISEE inferiore a 3.000 euro annuo affinché godano di un reddito di dignità. Le politiche sociali sono decisive per la sicurezza e per una giustizia sociale. Non dimentichiamoci che esiste una Capitale delle circa 150.000 persone con disabilità e delle loro famiglie. Noi siamo dalla loro parte. Pretendiamo un marciapiede accessibile, mezzi di trasporto accessibili.
Una speranza verde
Cari amici e care amiche,
siamo chiamati oggi a dare un nuovo impulso al ruolo del nostro partito. Sono fortemente convinto che il rilancio della nostra azione politica, finora troppo debole e accidentata, debba passare per un rinnovato e più incisivo protagonismo all’interno delle maggiori vertenze che attraversano la nostra città.
Lavorare e radicarsi nei conflitti che coinvolgono le tematiche che più ci stanno a cuore, relazionandoci positivamente con le migliori realtà ecologiste e animaliste. Fare rete. Sedimentare la propria capacità di iniziativa politica, farla cresce e maturare. Valorizzare le energie e le esperienze migliori che da qui ai prossimi mesi saremo in grado di portare avanti. Questi gli obiettivi che dobbiamo darci.
È a partire da questo lavoro “in basso”, a pancia a terra, sui territori (qui intesi in senso largo, ovvero Roma e provincia), in rapporto con i bisogni reali delle persone, che possiamo riconnetterci nuovamente con quel pezzo di società che ha a cuore le nostre stesse tematiche; è a partire da tutto questo, dunque, che dobbiamo e possiamo ricostruire il nostro profilo politico. Certo, tutto questo corrisponde a un netto cambio di strategia politica rispetto agli anni passati. Una nuova strategia politica per cui la dimensione sociale diventa il terreno privilegiato di azione e di intervento, per restituire al nostro impegno politico la dignità di strumento utile, capace di incidere nelle condizioni di vita e di sofferenza per noi più intollerabili; un cambio di strategia quanto mai necessario in una fase come questa di profonda crisi della rappresentanza e delle istituzioni democratiche.
Ed è a partire da tutto questo che va ridiscusso il tema delle alleanze, rispetto al quale non c’è alcun canone preconfezionato. Due le tentazioni che vanno in ogni caso respinte: va scansata sia una deriva minoritaria e testimoniale propria di chi si culla nella sua bella autosufficienza, sia la subalternità e l’autoreferenzialità di chi piega tutto a ragioni di opportunismo e autoperpetuazione di un ceto politico ormai scollato dalla vita reale.
Insomma restituire protagonismo al nostro partito valorizzando molto meglio di quanto non si faccia ora le energie e le iniziative che si compiono. Capitalizzare le relazioni con le realtà sociali e politiche più vive che si adoperano sugli stessi temi. Assegnare la giusta centralità al tema dei diritti degli animali. Investire sul tema del rinnovamento e del ricambio generazionale, certo non alla maniera volgare della rottamazione renziana, perché qui nessuno vuole disconoscere il carico di esperienze che ci viene portato in consegna dal gruppo dirigente che ci ha preceduti. Migliorare la propria visibilità e capacità di promuovere le proprie iniziative attraverso un più abile e sapiente utilizzo del mondo web, che è uno strumento da cui non si può prescindere.
Questi – cari amici e care amiche – i punti per me salienti su cui intendo lavorare se avrò il privilegio di godere della vostra fiducia.
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