“La corsa dei buoi di Portocannone non si svolgerà, salta anche la terza Carrese molisana. Oggi è una grande vittoria per tutti gli animalisti. Il dottor Nicola Rossi, dirigente veterinario Asrem, ha dichiarato che l’uso del pungolo acuminato oltre a determinare ferite più o meno profonde sulla cute dei bovini, sicuramente determina una condizione di stress degli animali determinata dalla paura e dal dolore (inteso come esperienza sensoriale ed emotiva sgradevole) che gli stessi provano”. Lo rende noto Rinaldo Sidoli, responsabile nazionale iniziative speciali della onlus Le.I.D.A.A. (Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente), presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla. “Far correre i buoi – prosegue – è una forma intollerabile di coercizione, se non di tortura. I sostenitori delle Carresi dichiarano di voler bene ai loro animali. Ma sottoporre degli essere senzienti a simili tormenti non è amore. I buoi vengono feriti con pungoli, e il sangue che si riversa per terra è il simbolo del loro dolore”. Conclude la nota Sidoli: “Dopo l’incidente mortale a Chieuti si è posto moltissimo l’accento sulla sicurezza e ben poco sul maltrattamento dei buoi, ora certificato dalle dichiarazioni del dottor Rossi: ‘L’uso di pungoli acuminati comporta paura e dolore’. Già un secolo addietro a Ururi per tre anni (1917-1919) non si svolse la Carrese, proprio perché una nota ministeriale vietava le corse di animali con pungoli acuminati. Vigileremo, insieme con Ceda e con tutte le associazioni animaliste, per fermare definitivamente queste ‘tradizioni’ anacronistiche”.
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